Quatto anni sono una bella parentesi di vita, anche per un personaggio come Michele Groppi, abituato a girare il mondo per sport, studio e lavoro. Groppi a Cantù ha lasciato un segno indelebile nel mondo del volley e non solo nel volley. Così il suo, maturato proprio in questi giorni, potrebbe essere non un addio, ma un arrivederci.
Insegna all’Accademia della Difesa del Regno Unito per conto del King’s College di Londra, dove lo scorso anno ha completato il suo dottorato. “Il legame con Cantù e questo territorio non finisce certo qui – dice Groppi – Marta, compagna e futura moglie che presto darà alla luce nostra figlia, è avvocato a Como e, quindi, farò un po’ avanti e indietro da Londra. Inoltre ho già diversi progetti che mi piacerebbe proprio sviluppare nel Comasco, come seminari e meeting, mi piacerebbe fondare un centro studi nel mio settore della sicurezza internazionale o collaborare con realtà già esistenti”. Arrivato in Brianza, sponda Pool Libertas Cantù, nell’estate 2014, via Padova, dove aveva vinto Coppa Italia e campionato di serie A2, Michele Groppi si è finito per accasare nella Città del Mobile pur mantenendo la sua anima cosmopolita. Laureato in relazioni internazionali alla Stanford University, Master a Tel Aviv e dottorato al King’s College di Londra dove oggi è docente. In Michele Groppi convivono le esperienze di un atleta professionista e di uno dei maggiori esperi di sicurezza internazionale. Sua la più completa ricerca sulla radicalizzazione all’interno della comunità islamica italiana, grazie alla quale ha collaborato anche con il Ministero della Difesa.
Cresciuto a Modena, dove si era trasferita per motivi di pallavolo la madre Mercedes Gonzalez, olimpionica di Città del Messico e di Montréal, con la maglia del Perù, Michele, oggi 32enne, ha giocato a Stanford, Verona, Genova, Tel Aviv, Reggio Emila e Padova, prima di arrivare a Cantù. Da alcuni mesi il lavoro ha preso il sopravvento sulla pallavolo, anche sulla passione sportiva che lo aveva portato in Brianza non si è certo spenta. Così, dopo un impegno “part-time” nell’ultima stagione, quest’anno non compare più nel roster della serie A2 brianzola, che ha iniziato domenica scorsa il suo campionato. “Ma continuerò a fare il tifo per Cantù e tra un viaggio e l’altro spero di riuscire a vedere anche qualche partita – dice – Prima di traslocare definitivamente da qui, mi sembrava corretto ringraziare chi mi ha accolto così bene in questi anni. Se sono riuscito a centrare i miei obiettivi di vita e da sportivo lo devo anche a tante persone, alcune delle quali proprio di Cantù, splendide, che ci hanno voluto davvero bene” spiega ancora Groppi. Poi prova a fare un elenco di nomi e di situazioni. “Spero di non dimenticare nessuno, ma per quanto riguarda la Libertas, vorrei ringraziare la dirigenza e tutti gli allenatori che mi hanno seguito, in particolare Massimo Della e Max Redaelli. Non posso nascondere che senza l’aiuto di Della Rosa non sarei arrivato dove sono ora. Sento di dovergli molto. Mi ha sempre consentito di studiare e lavorare, chiudendo un occhio su qualche mia assenza. Io spero di aver ripagato questa fiducia del tecnico e del presidente con l’impegno e la passione che ho sempre messo in campo e in allenamento. Manterrò uno splendido ricordo di tutta la famiglia Libertas, col suo magnifico staff, i cari collaboratori e i tanti tifosi. Ma pure del mondo che viveva e vive attorno alla Libertas e l’ambiente canturino e comasco, dagli sponsor, fino ai ristoratori, i baristi e i pizzaioli, passando anche per il Liceo del Collegio Gallio dove ho insegnato per un breve periodo e ho lasciato un pezzo di cuore. E infine, un grazie speciale va al mio amico Roberto Troncarelli della Ginniteca e a tutto il suo team, non solo per la loro competenza ed intramontabile passione, ma soprattutto per tutto l’affetto mostratoci”.
Groppi mentre fa questo elenco sta anche prenotando i biglietti aerei per il suo prossimo viaggio a Berlino per una conferenza, presto tornerà anche nei territori palestinesi e in Israele. Quindi di nuovo a Londra, al King’s College, dai suoi studenti, ma con un po’ di cuore, assicura il professor Groppi “rimarrà sempre a Cantù”.